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Bitcoin torna sopra i 50.000 dollari, il mercato delle cripto è di nuovo in fermento

Con l’avvenuto sforamento della soglia psicologica dei 50.000 dollari per buona parte di lunedì 23 agosto, indicativamente dalle 4:50 alle 16:20 di mercoledì, l’interesse degli investitori sale nuovamente alle stelle, non solo da parte dei classici investitori o trader di Bitcoin, ma anche quelli delle altre criptovalute, nel gergo del settore classificate con l’appellativo di Alt-Coin. Che poi, parlare di “coin alternative” quando si parla di Ether o ADA, e dei rispettivi progetti Ethereum e Cardano, così come di altre coin e token che stanno letteralmente spopolando, sembrerebbe quanto meno piuttosto riduttivo.

Torneremo a parlare ancora di queste coin nel corso dell’articolo, ma andiamo con ordine. Dunque, dicevamo che la giornata di ieri 23 agosto, è stata particolarmente significativa per Bitcoin, che stava già vivendo un momento particolarmente positivo, in particolare da quando, dopo la notte del 26 luglio, in cui è passato da un valore di circa 34.500 dollari a 38.500, ha vissuto un periodo bullish che lo ha portato, chiaramente con i soliti alti e bassi, fino all’exploit di ieri, dove, grazie all’ennesimo rialzo del +3,47%, ha portato il suo valore fino a quota 50.249,15 dollari. Nonostante nella giornata di oggi, si sia registrata una correzione che ha riportato al momento Bitcoin vicino alla soglia di 48.000 dollari, non si può comunque restare indifferenti verso un ritrovato interesse (confermato anche dall’attenzione nuovamente dedicata anche da parte dei mass media) verso la criptovaluta, per la quale molti si aspettano non solo di tornare a breve oltre ai 50K$, ma sognano di andare ben oltre agli storici livelli apicali toccati ad aprile, tra i 60K e i 65K$.

Declino e recupero

Dopo aver raggiunto le altezze di quei picchi inviolati, la regina delle criptovalute aveva vissuto momenti piuttosto tragici, soprattutto a maggio, quando il panico si diffuse rapidamente tra gli investitori, in seguito al repentino crollo in concomitanza con la diffusione di notizie, spesso manipolate, e una serie di avvenimenti, tra i quali ricordiamo, tra gli altri, il famoso tweet di Elon Musk, che fece dietrofront in merito alla decisione da parte di Tesla di accettare pagamenti in Bitcoin per l’acquisto delle avveniristiche autovetture, millantando un elevato costo ambientale per la produzione della criptomoneta, e la progressiva stretta cinese contro il mining sul suo territorio, che ha causato una serie di ripercussioni, tra le quali lo spostamento di ingenti quantità di personale e apparecchiature dedicate alla produzione di criptovaluta, in territori amici, in particolare negli Stati Uniti.

Dopo un maggio da dimenticare, a Giugno Bitcoin aveva toccato quota 29.000 dollari (qualche centinaio sotto la soglia psicologica 25K per gli amanti della quotazione in Euro), per poi stazionare e temporeggiare per un periodo, nemmeno eccessivamente lungo dopotutto, considerando che questa “crisi” di Bitcoin è durata soltanto circa un paio di mesi, e che, se paragonata ad altre crisi economiche o umanitarie di altra natura, dopotutto ci fa un po’ sorridere. Di certo non è andata meglio per le coin alternative che, trascinate dal brusco e violento crollo di Bitcoin, hanno registrato, in alcuni casi, dei tracolli ancora più importanti, anche dell’ordine del 60% – 80%.

L’andamento del prezzo di Bitcoin/Tether (BTCUSDT) nell’arco dell’ultimo mese (+47%)

La fine della tempesta?

Passata la bufera, e dopo che Bitcoin ha recuperato circa il 70% del suo valore, e una capitalizzazione di 900 miliardi di dollari secondo CoinMarketCap, in modo speculare a quanto verificatosi tra maggio e giugno, con la ripresa di BTC stanno tornando a volare le Alt-Coin, tra le quali segnaliamo, in particolare, le prime 3 della lista: Ethereum (ETH), Cardano (ADA) e Binance Coin (BNB). Certamente analizzando in profondità ci sono stati altri rialzi importanti, ma il fatto che le 3 criptovalute con capitalizzazione più alta dopo Bitcoin, siano cresciute negli ultimi giorni con percentuali a doppia cifra, non dovrebbe lasciar spazio al caso: è il chiaro segnale che, passata la bufera (o almeno così pare), i grossi trader e investitori stiano nuovamente immettendo un quantità importante di liquidità sulle monete e progetti ritenuti più stabili e longevi, non a caso ormai stabilmente fisse ai piani alti delle cryptoclassifiche.

Riteniamo sia superfluo in questa sede, ribadire nuovamente pregi, qualità e potenzialità del progetto Ethereum, e sull’importanza che tale ecosistema, creato nel 2013 dall’ormai famoso Vitalik Buterin in collaborazione con Joseph Lubin, dopo aver rivoluzionato il settore introducendo una piattaforma in grado di crerare e pubblicare contratti intelligenti (smart contracts) tramite una rete peer-to-peer decentralizzata, è diventato ormai uno degli standard più importanti in questo senso, dal quale però sono inevitabilmente scaturiti tutta una serie di progetti innovativi, talvolta nati anche proprio per superare e migliorare questa tecnologia in funzionalità, affidabilità, sicurezza e velocità.

L’avvento e consacrazione di ADA

E’ proprio da tali presupposti che nacque ADA, la criptovaluta fondata nel 2015 da Jeremy Wood e Charles Hoskinson, sull’onta di altri progetti come EOS che puntano a superare Ethereum, venne lanciata di fatto nel 2017, precisamente il 29 settembre, dopo aver concluso la fase di ICO nel gennaio dello stesso anno. Il suo progetto, denominato Cardano, è un progetto open source che punta alla realizzazione di una piattaforma blockchain pubblica per la gestione degli smart contract, introducendo però importanti innovazioni rispetto alle piattaforme concorrenti.

In particolare, oltre ad essere più appetibile per gli investitori attenti all’aspetto ambientale (tema che ultimamente va molto di moda sull’onda delle polemiche enfatizzate dai tweet del CEO di Tesla), dal momento che consuma meno energia rispetto alle concorrenti, altro plus molto interessante è la possibilità di competere con Ethereum nel processo d’incorporazione degli smart contract.

Altra caratteristica molto importante di ADA e la cosiddeta SideChain. Oltre a costituire un sistema molto scalabile e sostenibile dal punto di vista energetico, ADA riesce anche ad essere parteicolarmente efficiente, proprio viene sfruttando la tecnologia delle sidechain, ovvero delle blockchain “a supporto”, che “in parallelo” alla blockchain centrale, permettendo quindi una rapidità di esecuzione delle operazioni, che non sarebbe certamente possibile sfruttando una semplice blockchain. Come ben sappiamo nel caso di Bitcoin infatti, l’eccessiva lentezza di esecuzione delle transazioni, soprattutto in condizioni di sovraccarico del network, è probabilmente il punto debole più comunemente criticato da parte degli utenti.

Ad ogni modo, senza la possibilità di eseguire contratti intelligenti, dei quali gli ambiti di applicazione e le prospettive future sembrerebbero proprio non mancare, tutte queste caratteristiche speciali di ADA non sarebbero dopotutto così importanti se paragonate ad altre crypto più famose, stabili e utilizzate da più tempo. Il fatto che ADA di fatto le abbia superate (o le stia superando) anche nell’utilizzo oltre che nella capitalizzazione, è solo questione di tempo, in quanto, almeno sulla carta, e a maggior ragione dopo gli ultimi sviluppi e migliorie introdotte, rappresenterebbe di fatto l’archetipo della “criptovaluta perfetta”.

Il prezzo aveva già iniziato a salire già intorno al 10 di agosto, proprio dopo l’annuncio da parte di Hoskinson, che ha reso noto che non appena la fase Alonzo sarà attiva al termine dell’hard fork, sulla piattaforma Cardano sarà possibile creare smart contract, e di riflesso permettere la finanza decentralizzata sulla piattaforma di Cardano (vedi articolo su Yahoo Finance). In questa fase, il prezzo si era portato sui 1,794, con una capitalizzazione di oltre 61,5 miliardi.

Tale perfezione ha avuto la sua dimostrazione concreta proprio intorno alle mezzanotte di oggi quando, dopo un’importante crescita culminata nella giornata del 23 agosto, ha raggiunto il suo massimo storico di 2,955 dollari, facendo al contempo decollare la sua capitalizzazione di mercato, fino a raggiungere gli 87 miliardi di dollari in data odierna. Attestandosi su simili valori di mercato, Cardano può a tutti gli effetti guardagnarsi il titolo di terza criptovaluta più capitalizzata, dopo Bitcoin ed Ethereum. Podio al momento contrastato, tralasciando la stable coin Tether, solamente dal coin di Binance (BNB), seppur differente negli intenti, dal quale giuriamo che ADA dovrà difendersi da un’agguerrita concorrenza, almeno a livello di battaglia per i piani alti della classifica.


4 commenti su “Bitcoin torna sopra i 50.000 dollari, il mercato delle cripto è di nuovo in fermento”

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